Solo se hai paura di te stesso, avrai paura degli altri. - Osho
La fobia sociale è un disturbo d’ansia, che porta il soggetto a temere di essere osservato o giudicato in modo negativo, nelle varie manifestazioni in pubblico.
Il paziente sospetta il giudizio sfavorevole degli altri, ha paura di compiere azioni spiacevoli, teme di essere considerato come una persona incompetente, debole o addirittura pazza. Secondo alcuni studi scientifici, in Europa, ne soffrirebbe circa il 2,5% della popolazione.
Il disturbo tende a comparire già dalla fase adolescenziale, il più delle volte, dopo un’infanzia dominata dalla timidezza e dall’introversione. La fobia sociale, se non curata in modo adeguato, può mantenersi negli anni, con significative variazioni, legate ai singoli eventi della vita.
Di solito per il paziente risultano ansiose, situazioni come:
Questo tipo di timore si manifesta solo in determinate situazioni sociali (fobia sociale specifica), oppure nella maggior parte delle situazioni pubbliche (fobia sociale generalizzata).
Indipendentemente da tutto ciò, il paziente affronta la propria condizione in modo ansioso e spiacevole.
Per cui, spesso, la persona pur di non ritrovarsi in situazioni del genere, sceglie appositamente di evitare i luoghi o le occasioni ritenute pericolose per il suo benessere psicofisico, anche se non lo sono realmente; ecco quindi che si può essere travolti da un’ansia talmente forte da “credere” di non riuscire a gestirla.
L’evitamento purtroppo comporta l’isolamento del paziente, una condizione assolutamente da eludere, per il bene della persona stessa.
Altri atteggiamenti tipici dei pazienti che soffrono di fobia sociale sono i cosiddetti atteggiamenti “protettivi”. Delle vere e proprie “misure di sicurezza” che il paziente adotta per evitare l’ansia di essere giudicato.
Quante volte evitiamo, ad esempio, di togliere la giacca, perché temiamo di avere il classico alone sotto le braccia? Pur di non essere giudicati negativamente, scegliamo di morire di caldo. Questo atteggiamento non fa altro che creare un circolo vizioso che aumenta solo l’imbarazzo ed il malessere fisico.
Generalmente il paziente prova un senso di confusione, di imbarazzo e di inadeguatezza. Il tutto viene, poi, accompagnato da sintomi fisici evidenti, come palpitazioni, tremori muscolari, sudorazione eccessiva, disturbi gastrointestinali, tensione, rossore in viso, vertigini etc.
Nei casi più gravi si possono manifestare addirittura dei veri e propri attacchi di panico.
L’ansia anticipatoria è un vero e proprio allarme per il paziente, un segnale emotivo di paura che la persona sente prima dello svolgimento di talune azioni per lui potenzialmente ansiogene. Per questo motivo quindi quando l’ansia diventa troppo intensa può ostacolare o bloccare il normale susseguirsi di azioni quotidiane. In questi casi, il soggetto può avere realmente delle prestazioni scadenti. Se non gestita, l’ansia può portare ad un loop vizioso, che autoalimenta il disturbo.
Questo disturbo può alterare notevolmente la qualità della vita di una persona, coinvolgendo vari ambiti, da quello scolastico, a quello lavorativo o affettivo.
In situazioni gravi, il paziente può anche decidere di abbandonare il lavoro o la scuola, oppure di isolarsi totalmente, pur di sentirsi al sicuro.
Tali difficoltà possono provocare solo frustrazione, tristezza e senso di insoddisfazione per sé e per la propria vita, condizioni che potrebbero facilitare l’insorgenza di malattie come la Depressione.
Per questo è importante saper chiedere aiuto e rivolgersi ad esperti professionisti in grado di capire la situazione e proporre gli strumenti giusti per affrontarla e soprattutto superarla.
Ognuno di noi possiede le armi giuste per difendersi, è necessario solo imparare a potenziarle.
Dott.ssa Chiara Satanassi
Psicologa e Psicoterapeuta a Bologna
Psicologa Psicoterapeuta
Partita IVA P.I. 02915551200
Iscritta all'Ordine degli Psicologi e degli Psicoterapeuti della Regione Emilia Romagna