Ebbene sì: mangiare eccessivamente sano può diventare una nevrosi con aspetti ossessivi e il forte attaccamento a regole ferree del salutista può diventare un disturbo del comportamento alimentare.
Per quanto paradossale possa sembrare, l’intransigenza rispetto alla scelta di consumare unicamente cibi ritenuti "puri" può sconfinare in un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare che si chiama "Ortoressia nervosa".
Il bisogno di aderire a regole alimentari particolari, sia verso la scelta del cibo e delle sue caratteristiche, sia verso la qualità di ciò che viene messo nel piatto (in primis per il controllo del peso corporeo), può diventare una vera e propria ossessione, arrivando anche a compromettere quella stessa agognata Salute.
Sì, perché senza un’adeguata conoscenza della piramide alimentare alcune diete molto restrittive con l’astensione totale di alimenti considerati non sani possono compromettere l’equilibrio psicofisico della persona.
Ciò inoltre si associa spesso ad comportamento piuttosto asociale, una scarsa qualità di vita, tratti ansiosi, uniti a carenze di sali minerali e vitamine.
Certamente anche il bombardamento dei media sui cibi che fanno bene o male alla salute non aiuta; questo tipo di informazioni, soprattutto nei paesi industrializzati, rende il rapporto con il cibo sempre più articolato e complesso.
L’ortossico inoltre, forte della sua presunta conoscenza rispetto a ciò che sia buono e ciò che sia male ingerire, tende ad essere egosintonico con quella che invece è una patologia, non riconoscendola come tale bensì essendo arrogante con chi mangia diversamente, credendo di saper mangiare molto meglio delle persone più flessibili.
Costui difficilmente giungerà ad avere consapevolezza di avere invece un problema: l'ortoressico può arrivare persino a coltivare ortaggi e verdure per garantirsi che non contengano pesticidi residui o siano geneticamente modificati.
Ovviamente andare al ristorante, fare vita sociale o consumare pasti da amici sara’ escluso; anche l l’attenzione alla cottura è un elemento importante da tenere in considerazione per le persone che soffrono di ortoressia.
Le persone che soffrono di questo disturbo non possono permettersi lo sgarro perché diversamente il senso di colpa e l’ansia sarebbero fortissimi; la loro autostima è direttamente connessa alla capacità di tenere sotto controllo il cibo consumato.
L’American Psychiatric Society sta valutando di inserire questo disturbo nel disordine alimentare con una diagnosi autonoma o come variante del disturbo restrittivo dell’assunzione di cibo, termine già introdotto nel DSM (manuale statistico dei disturbi mentali).
Il dottor Steven Bratman, un dietologo americano, che per la prima volta ha parlato di ortoressia in termini di malattia psicologica, ha formulato un test per identificare questo tipo di disturbo alimentare; se ci si riconosce in almeno quattro di queste affermazioni è bene consultare uno specialista dei disturbi del comportamento alimentare:
Dott.ssa Chiara Satanassi
Psicologa e Psicoterapeuta a Bologna
Psicologa Psicoterapeuta
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Iscritta all'Ordine degli Psicologi e degli Psicoterapeuti della Regione Emilia Romagna